Il diritto alla scuola: la scuola è la chiave per aprire i portoni del mondo degli adulti.

La Giornata Mondiale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha avuto una risonanza particolare nella nostra scuola. La riflessione si è concentrata su due articoli che esprimono il diritto alla scuola aperta e gratuita per tutti e il diritto di ciascuno a ricevere un’educazione che sviluppi la personalità, le capacità e il rispetto dei diritti, dei valori e delle diverse culture.

Abbiamo conosciuto attraverso alcuni video, articoli, e la presentazione in un libro, una ragazzina speciale di nome Malala.


A soli tredici anni si è trovata ad affrontare la difficile esperienza della scuola vietata alle donne da parte degli uomini al potere, l’attentato alla sua stessa giovane vita, mentre lottava a difesa del diritto di andare a scuola.

Ora, nelle vesti della più giovane Premio Nobel, è testimone del valore dell’istruzione, della cultura e dell’uguaglianza delle donne che devono poter accedere all’istruzione, a dispetto della cultura pakistana che sostiene che l’essere umano di genere femminile è considerato un essere mediocre che utile solo per stare a casa e sbrigare le faccende domestiche. 

Si è fatta portavoce di un sacrosanto diritto, poiché semplicemente una donna che conosce può ribellarsi a questa condizione e lottare per i suoi diritti. In fondo, la cultura, il sapere, la conoscenza di ciò che è intorno a noi rendono l’uomo un essere libero. Una penna è più potente di qualsiasi arma artigianale.

Noi ragazzi di terza e quarta primaria, dal nostro punto di vista di giovanissimi studenti, abbiamo capito che ognuno di noi ha dei diritti. Siamo stati colpiti dal fatto che l’istruzione, come dice Malala, può cambiare il mondo e che imparare aiuta a crescere. Malala ha lottato non solo per sé, ma per tutti i bambini che non hanno questi diritti, i dimenticati, e a loro ha dedicato il suo premio. Abbiamo capito che non si è arresa mai, nemmeno di fronte al pericolo dei potenti e con la sua forza di volontà ha sconfitto chi non era d’accordo e usava la violenza. Lei ha usato altre armi: l’animo e il cuore. Ci ha trasmesso il messaggio che dobbiamo essere felici, che siamo fortunati se abbiamo una famiglia e la scuola e che non dobbiamo arrenderci mai. 

Noi lo capiamo ancora meglio quest’anno il diritto di andare a scuola, proprio perché la pandemia ce lo ha tolto per diversi mesi. Sappiamo che è diverso rispetto alla storia di Malala, ma in modo più profondo ci sentiamo dei veri sostenitori di quanto la scuola sia importante nella crescita di un bambino. La scuola è stare con gli altri, gioire e a volte fallire, confrontarsi, è partecipare alla vita, perché la scuola è la nostra vita; tutto fa parte del nostro percorso, perché tutto insegna. 

«One child, one teacher, one pen and one book can change the world. I don't mind if I have to sit on the floor at school. All I want is education. And I'm afraid of no one.»

A tutti i bambini che leggeranno l’articolo lasciamo il messaggio di Malala che ora è un po’ anche nostro: “Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono cambiare il mondo. Non importa se dovrò sedere sul pavimento a scuola. Ciò che voglio è l’istruzione e non ho paura di nessuno.”

Da parte nostra “Grazie Malala”.