Un orto che vuol dire anche inclusione!

 Ora che l'orto didattico "riposa" nella stagione invernale ci possiamo permettere qualche riflessione su come questa attività didattica trasversale possa fare molto anche in termini di inclusione.

Anche per questo anno scolastico, grazie al progetto “Orto Inclusivo” realizzato in collaborazione con ANFFAS Sondrio, gli alunni della primaria di Sirta hanno avuto una grande opportunità di condivisione, sempre nell'ottica della didattica inclusiva come fondamentale strumento di crescita. 
Coltivare l'orto a scuola è un attività interdisciplinare adattabile ad ogni età, un'occasione di crescita che offre ai bambini la possibilità di esprimere le loro potenzialità, le loro competenze, le loro curiosità. Fornisce agli insegnanti strumenti per progettare, condurre e documentare un progetto educativo tematico condiviso, dando valore all'agire comune. 

Il progetto, partito nel mese di ottobre 2019 è proseguito parallelamente a quello dell'orto, già intrapreso negli anni scorsi. Il progetto è stato inserito all'interno dell’ampio discorso sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, con particolare riferimento all'obiettivo 2 che prevede di Azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile.
Ognuno di noi ha diritto ad avere cibo sufficiente per tutto l’anno: un concetto elementare ma ancora trascurato. Tuttavia lo si può affermare, ad esempio, con sistemi di coltivazione e produzione di cibo sostenibili e mantenendo intatto l’ecosistema e la diversità di semi e di piante da coltivare.
Per meglio comprendere ed approfondire, abbiamo inserito nel nostro progetto l’incontro con Patrizio e Greta Mazzucchelli che coltivano cereali alpini tradizionali sui terrazzamenti votati da secoli a queste coltivazioni, grano saraceno autoctono e segale autoctona, entrambi sotto la protezione della Fondazione Svizzera Pro Specie Rara, orzo alpino e frumento di montagna dai quali producono farine e cereali in chicchi. Queste coltivazioni avvengono in vivaio e in pieno campo con piantine per orti, ortaggi e patate antiche della Biodiversità Alpina provenienti prevalentemente dalla Fondazione Svizzera Pro Specie Rara e da una loro ricerca continua di sementi e saperi. 
La loro attività è improntata alla tutela dell’ Agro biodiversità Alpina e delle culture Alpine legate ad essa con la consapevolezza che questa è legata alla difesa e tutela delle Biodiversità del nostro pianeta. Come si evince, il tema è a noi molto caro e ha costruito un substrato affinché anche il percorso su Orto-serra potesse acquisire un suo senso ed inserirsi a pieno titolo all'interno di questa cornice.

Nello specifico per il progetto Orto-serra sono stati previsti tempi di esecuzione più lunghi per garantire serenità e benessere ai bambini direttamente coinvolti. 
Tutti gli alunni sono stati entusiasti dell’iniziativa, hanno dimostrato curiosità nello scoprire, volta per volta quali strumenti di lavoro erano “nascosti” nelle varie scatole recapitate a scuola. 
Gli alunni più grandi hanno collaborato, in piccolo gruppo, all'allestimento delle serre dove sono stati custoditi i vasetti con le prime semine di basilico. I più piccoli hanno subito provato i loro guantini e, armati di palette, hanno riempito di terriccio i vasetti dove mettere a dimora i semi.
Grazie alle tabelle e agli esempi di compilazione forniti da ANFFAS (con le azioni di semina, innaffiatura, trapianto e rinvaso spiegate attraverso immagini chiare e fruibili) è stato possibile intraprendere un percorso strutturato che ha garantito a tutti di partecipare alle diverse attività proposte.
L’esercitazione sui connettivi e la conseguente interiorizzazione delle sequenze sono stati il punto di partenza per realizzare le prime fasi del progetto. L’utilizzo sistematico di PECS ha permesso una breve ma significativa partecipazione, anche grazie all'affiancamento con un compagno tutor nello svolgimento dei compiti proposti. Tutti gli allievi, sempre sensibili e disponibili alla relazione, hanno potuto osservare e comprendere le potenzialità dell'altro, apprezzando con grande orgoglio i piccoli successi raggiunti.  
Purtroppo, a partire dal mese di marzo, non è più stato possibile coltivare le nostre piantine in presenza, ma il progetto è andato avanti. Anche se fisicamente ognuno si trovava a casa sua, i pensieri di alunni e insegnanti erano proiettati al futuro: la natura non si ferma! 
Grazie alla disponibilità di genitori e maestri, il  semenzaio con le sementi delle piante rare e locali ha preso forma, nella speranza di poter trapiantare insieme le nuove piantine (rispettando sempre le regole di sicurezza).
Le piante in vaso e i fiori hanno ricevuto le cure necessarie: ogni bambino ha avuto la sua piantina da accudire durante l’estate. Anche i semi delle erbe aromatiche sono germogliati, e hanno dato vita a piccole piante che profumeranno l’angolo a loro dedicato!
Durante le vacanze estive tutti gli alunni hanno avuto il compito di recarsi all'orto della scuola, in piccoli gruppi, per innaffiare le piantine preparate dagli insegnanti durante il mese di giugno. 
L’occasione ha permesso loro di assaggiare il primo bottino nato da tanto impegno: le fragole mature!
A partire dalla metà di ottobre (rispettando sempre le regole di sicurezza), gli alunni hanno iniziato a strappare le erbacce e le piante ormai secche: un po’ di ordine pulizia per preparare il terreno ad affrontare la stagione invernale!
Sono stati conservati i semi dei pomodori caduti per poterli ripiantare all'inizio della primavera. Le grandi quantità di prezzemolo e basilico sono state raccolte da alunni, mamme e nonne che avranno una scorta “genuina” nel freezer per profumare le pietanze cucinate nella stagione fredda. Le foglie di menta sono state colte e fatte essiccare con cura: il loro aroma potrà arricchire una buona tazza di tè.

“Un orto a scuola perché… coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà. Prendersi cura di un orto a scuola significa coltivare prima di tutto se stessi. E’ un modo per imparare a conoscere il proprio territorio, il funzionamento di una comunità, l'importanza dei beni collettivi e di antichi saperi”